L'impatto sociale dello sport e degli e-sport: una ricerca della Scuola Regionale dello Sport CONI Emilia-Romagna
È stata presentata a Bologna, nell’ambito della fiera internazionale “We Make Future”, la ricerca sull’impatto sociale dello sport e degli e-sport della Scuola Regionale dello Sport CONI Emilia-Romagna.
La ricerca ha visto l’analisi di più di due milioni di dati ed un anno di lavoro con la collaborazione delle università della regione.
Molti gli apprezzamenti, a partire dal presidente del CONI Giovanni Malagò: “Questo elaborato segna la storia del Comitato Regionale e della Scuola Regionale dello Sport, realtà composta da professionisti di primissimo livello”, e dal Ministro della Salute, prof. Orazio Schillaci: “iniziativa di grande valore, non solo per la mole di dati raccolti e l’accuratezza delle analisi, … un contributo utile per tutti gli operatori del settore e per le politiche pubbliche in materia di sport e salute”.
La presentazione è stata divisa in quattro interventi, con queste tematiche: e-sport, salute, sport, impiantistica.
Nella sezione e-sport, con la presenza della prof.ssa Emanuela Maio dell’Università di Parma, oltre a rappresentanti di settore come Alberto Simonetti (IDEA), Federico Brambilla (Exeed) e Simone Mingoli (DSYRE) e moderato da Alessio Crisantemi (EsportMag.it) si è partiti dalla asserzione che è chiaro quanto questo fenomeno sia in crescita: 16,3% nella popolazione generale, per salire fino al 64,71% negli under14. Il dato interessante e curioso è che il 10,66% di coloro i quali si dichiarano gamer ritiene che questo possa diventare un’attività lavorativa.
A seguire il focus sulla salute dove, dopo la lettura del saluto del Ministro Schillaci, il vice presidente Vicario del CONI Emilia Romagna e direttore scientifico della Scuola Regionale dello Sport, dott. Vittorio Andrea Vaccaro che ha svelato come il moltiplicatore di un Euro investito nello sport equivale a € 5,86 risparmiati dal Sistema Sanitario Nazionale. Vaccaro ha, poi, sottolineato: “questo non vuole essere un dato assoluto e tanto meno un invito a spendere di meno nel comparto salute, bensì un indicatore di quanto lo sport, e gli organismi sportivi, possano essere utili alla società – un tesserato, infatti, si sottopone a visite mediche periodiche ed ha una copertura assicurativa – liberando risorse da destinare all’efficientamento del sistema”. Gli ha fatto eco il dott. Nino Cartabellotta, presidente della fondazione GIMBE, che ha evidenziato “se vogliamo essere sostenibili dobbiamo pensare d’indirizzare il nostro SSN verso la prevenzione e lo sport può giocare un ruolo centrale in questo processo.”
A seguire, l’on. Daniela Dondi (Fratelli d’Italia) ha posto l’accento su gaming e comparto giustizia: “credo che la possibilità di non emarginare socialmente chi pratica gaming o chi si allena con le App sia centrale negli indirizzi politici che ci aspettano. Dovremo cogliere questa sfida, considerando anche i benefici sul comparto giustizia: chi pratica sport è più propenso al rispetto delle regole!”. Amministratori locali, socialità ed inclusione sono state al centro dell’intervento dell’on. Viriginio Merola (Partito Democratico) “Questo studio è particolarmente interessante e, considerando la mia esperienza da primo cittadino, spero possa essere messo a disposizione degli amministratori locali come guida per buone politiche in ambito sportivo, con l’obiettivo di far crescere la cultura sportiva per saper affrontare al meglio le prossime sfide a partire dallo sport al femminile".