Come sono andati i montepremi esports nel 2022?
Nel corso della loro lunga vita gli esports hanno elargito centinaia di milioni di montepremi in denaro, forse persino vicino al miliardo ormai semmai qualcuno dovesse prendere carta e penna e fare tutti i conti. Un percorso lungo cinquant’anni a essere completi, partito nel 1972 quando si tenne quello che per molti è considerato come il primo torneo di videogiochi disputato su Space War che metteva in palio l’abbonamento di un anno alla rivista Rolling Stone. Per iniziare a parlare di videogiochi competitivi, e dei primordi dell’esports, ovvero di tornei giocati da professionisti (o semi, a essere più precisi), bisogna aspettare il 1997 e il primo QuakeCon, l’evento dedicato a Quake e ideato dagli sviluppatori ID Software: in palio per il miglior giocatore una Ferrari 328 GTS.
Il record di Fortnite. Fino ad arrivare ai giorni nostri e ai tre record finora più incredibili mai registrati: il primo è di Dota 2 che nel 2021 ha distribuito 40 milioni di dollari per il The International, il più alto montepremi per singolo evento nella storia degli esports; il secondo è di Fortnite con Epic Games che per la prima stagione competitiva aveva messo sul piatto 100 milioni di dollari, di cui 30 per la finale; infine PUBG Mobile, con 14 milioni di dollari messi a disposizione da Tencent come il più alto montepremi per un videogioco mobile. Ma come è andato l’ultimo anno degli esports, il 2022 che ha visto il ritorno di praticamente tutti gli eventi dal vivo, in termini di montepremi?
Il crollo di Dota 2. Un po’ a sorpresa, quasi in sordina, il montepremi del più importante torneo internazionale di Dota 2 che chiude la stagione, il The International, ha registrato uno dei prizepool più bassi degli ultimi anni: appena 18,9 milioni di dollari, meno della metà rispetto all’anno precedente, nonostante sia stato il torneo con la più alta partecipazione in termini di team con 20 organizzazioni che hanno preso parte all’evento. Il “problema”, se così vogliamo chiamarlo, è che il montepremi di Dota 2 si basa in gran parte sull’acquisto dei contenuti in-game dedicati al torneo: esattamente il 25% viene devoluto al montepremi. È quindi una cifra che dipende fortemente dai comportamenti d’acquisto dei singoli giocatori: potrebbe significare che ci siano meno giocatori, ad esempio, oppure che semplicemente i player abbiano preferito spendere i soldi in altro modo, magari spinti da necessità di spesa differenti.
Incognita League. Contrariamente alle facili aspettative, visto che parliamo dell’esports più popolari e seguiti al mondo nonché rivale diretto di Dota 2, League of Legends ha sempre avuto dei montepremi “bassi”, intorno alla cifra dei 5 milioni di dollari. Inizialmente il montepremi era totalmente a carico del publisher Riot Games, mentre negli ultimi anni è stato adottato lo stesso sistema di Valve: una parte dei proventi degli acquisti in-game di oggetti dell’evento finanziano il prizepool. Se nel 2018 si è arrivati a 6,5 milioni, oggi si parte da 2,23 milioni di dollari di base, destinato ad aumentare.
Arena of Valor o Honor of Kings? Parlando sempre di Moba, questa volta ci spostiamo su mobile dove il videogioco cinese Honor of Kings, conosciuto a livello internazionale come Arena of Valor, sta trovando sempre più spazio e interesse anche a suon di montepremi. Nel 2022 gli International Championship hanno elargito 1,8 milioni di dollari, mentre i due split della Pro League cinese hanno registrato rispettivamente 2,8 e 2,7 milioni. I mondiali, che per la prima volta hanno visto partecipare 16 squadre provenienti da tutto il mondo, hanno avuto un prizepool da 10 milioni.
Fortnite ridimensionato. Abbiamo parlato in precedenza di come Fortnite detenga il record per il più alto montepremi esports per una singola stagione: vecchi tempi, però. Oggi Fortnite, nonostante sia uno dei titoli più seguiti soprattutto in live streaming, ha deciso di offrire dei montepremi minori per le competizioni esports. Nel 2022 le Champion Series hanno complessivamente distribuito 3 milioni di dollari, mentre le FNCS Invitational di novembre, dedicate ai giocatori in duo, hanno elargito un milione.
Immortale CS:GO. Nonostante Rainbow Six Siege continui a cambiare forma, o Valorant che inizia a imporsi a livello globale penetrando anche in Asia (il Giappone ospiterà il prossimo Masters del 2023), tra gli fps rimane una spanna sopra, anche in termini di montepremi, Counter-Strike: per l’intera stagione CS:GO ha distribuito tra gli 1,5 e i 2 milioni di dollari a torneo per un totale di oltre 15 milioni di dollari.