I fan di esports sono più propensi a investire in crypto: è una sorpresa?
Nuovi dati arrivati dalla ricerca portata a termine da YouGov negli Stati Uniti ha rivelato come gli appassionati di esports e di gaming siano più inclini a investire nelle cryptovalute piuttosto che i fan dello sport tradizionale. Un dato che non deve però sorprendere in alcun modo per diverse motivazioni: primo, la più giovane età media; secondo, percezione differente del valore.
Senza dubbio l’età media degli appassionati di esports è inferiore, e di molto, a quella di chi segue lo sport tradizionale, seppur nella ricerca siano stati interpellate esclusivamente persone con più di 18 anni d’età. La GenZ e i Millennials sono i principali fruitori di una fascia d’età che va dai 18 ai 35 anni di chi segue l’esports, mentre tale età sale inevitabilmente per lo sport tradizionale coinvolgendo anche gli over 60 e 70. I primi sono per carta d’identità nativi digitali o quasi, hanno quindi una percezione differente del comparto digitale in ogni suo aspetto e, soprattutto, non ne hanno paura né timore ma si sanno orientare nel “nuovo” mondo. Diverso invece il discorso dei più “anziani” che sono presenti con maggior percentuale tra i fruitori dello sport tradizionale e che per questo sono abituati a canali diversi di intrattenimento, così come meno soggetti all’utilizzo del digitale se non per attività di base. Banalmente, nonostante il numero sia costantemente in crescita, un over 60 fa ancora spesso fatica a pagare con la propria carta, preferendo piuttosto i contanti.
Questo esempio aiuta a raccontare in qualche modo anche il secondo aspetto da considerare: la percezione del valore. Gli appassionati di gaming e esports, che abbiamo affermato sono mediamente più giovani, sono abituati a utilizzare e a interfacciarsi con valute digitale totalmente sconnesse dai circuiti tradizionali, ma non di meno hanno un loro valore tangibile. Basti pensare ai FUT Coins di FIFA, ai V-Bucks di Fortnite o ancora ai Riot Points di League of Legends. Una cryptovaluta per queste persone è un concetto decisamente simile, ugualmente non tangibile su un proprio portafoglio tradizionale, ma con un valore ben preciso. Valore che difficilmente viene invece riconosciuto da chi per anni, decenni, è stato abituato e si è poi abituato a utilizzare moneta sonante e contante frusciante.
Secondo la ricerca di YouGov, condotta su 250.000 persone, a essere più inclini a investire in cryptovalute sarebbero gli appassionati di Dota 2 e Valorant con il 26% e il 24% di chi segue questi titoli pronto a puntare sul settore delle crypto. Seguono poi Call of Duty, Apex Legends, League of Legends e PUBG. Il primo sport tradizionale che fa capolino nella classifica è il calcio al nono posto con i fan della Premier League inglese: l’11% di loro sarebbe disposto a comprare cryptovalute entro la fine del 2022. In generale, prendendo in considerazione le due medie avremmo il 19% dei fan di esports contro il 9% dei fan di sport tradizionale.
Una nota arriva interessante da questa ricerca, però, e mette a confronto chi è disposto a investire in crypto nel futuro con chi ha scommesso sugli esports nell’ultimo anno. Il 38% di chi ha scommesso sulle competizioni di gaming è interessato a investire in crypto, mentre solo il 10% di chi non ha scommesso nell’esports sarebbe pronto a fare un investimento nelle crypto. Un dato che va a sottolineare quanto la percezione del mercato delle crypto sia molto vicina a quella di una scommessa con una volatilità del mercato decisamente alta. Spazio anche agli NFT ma decisamente minore: appena il 9% degli appassionati di gaming competitivo sarebbe disposto a investire sui non-fungible-token. Dato che in ogni caso rappresenta il triplo rispetto a coloro che seguono gli eventi sportivi tradizionali.