Il caso Excel x Bioflow: quando a vincere è la community
Uno dei fattori determinanti nell’esports è senza dubbio la community: l’insieme dei videogiocatori, dei tifosi, degli appassionati di un certo titolo, squadra o giocatore forniscono non solo un contributo significativo in termini di reale interesse per le competizioni ma costituiscono al tempo stesso anche una sorta di barometro sulla direzione, corretta o meno, a cui alcune decisioni portano. A volta addirittura annullandole.
I precedenti
Non sono pochi i casi in cui la reazione della community a un annuncio ha portato gli esecutori a cambiare decisione, modificandola o tornando sui propri passi. Nel 2020 fu Riot Games la protagonista insieme a Neom, il progetto iper-futuristico del principe saudita Bin-Salman: il publisher aveva annunciato l’accordo di sponsorizzazione proprio di Neom per il proprio campionato europeo dell’LEC, salvo poi annullare il tutto 14 ore dopo la reazione infervorata della community, degli appassionati di League of Legends ma anche degli stessi caster del torneo, accusando di aver stretto un accordo con una realtà che non rispetta i diritti umani nel proprio paese.
Più recentemente, invece, lo scorso febbraio Ubisoft è stata costretta a spostare uno dei tre major della stagione di Rainbow Six Siege. Il torneo era previsto si disputasse negli Emirati Arabi Uniti ma migliaia di membri della community del tactical shooter avevano firmato una petizione in pochissime ore contro tale decisione, per motivi simili a quelli citati in precedenza riguardo Neom, definendola un “insulto alla nostra identità”.
Il caso Excel
Questa volta a essere colpita dalla reazione della community sono invece stati gli Excel, organizzazione esports che opera su diversi titoli tra cui spicca senza dubbio League of Legends. Gli Excel competono infatti nella massima serie europea e tra le più importanti leghe al mondo: per il 2023 hanno persino rivoluzionato il roster, cambiando quattro quinti e assicurandosi le prestazioni di giocatori di prim’ordine come Odoamne e Vetheo.
Eppure l’annuncio, proclamato dalla stessa organizzazione sui vari social, della partnership con il brand Bioflow ha ricevuto commenti decisamente contrastanti, costringendo di fatto gli Excel a fare un passo indietro. La partnership è durata così poco più di 24 ore, sancita da un altro comunicato ufficiale: “Facendo seguito al feedback e ai commenti ricevuti dalla community in seguito al nostro recente annuncio, abbiamo deciso di comune accordo di cessare immediatamente la collaborazione e di separarci amichevolmente.”
Chi è Bioflow
Bioflow è un’azienda conosciuta soprattutto per i suoi braccialetti magnetici, recentemente mutuati e adattati anche alle esigenze dei gamer, creando persino la propria sezione dedicata e denominata Bioflow Esports. Secondo la Biotech, azienda che sviluppa i prodotti Bioflow, tali braccialetti aiuterebbero gli atleti a ottenere prestazioni di alto livello grazie agli influssi delle onde elettromagnetiche prodotte. Nel caso dei gamer, in particolare quelli professionisti, servirebbe a evitare un eccessivo irrigidimento del polso e del tunnel carpale, evitando di incappare in fastidiosi infortuni.
Tutto bellissimo e funzionale allo scopo, almeno all’apparenza. Il nocciolo della questione è che in realtà non ci sono ancora sufficienti prove scientifiche per affermare che tali oggetti funzionino realmente. Nonostante sia un brand creato nel 1991, come riportato da The Esports Insider, non ci sono ancora sufficienti studi che avvalorano la tesi dell’azienda sull’utilità dello strumento sulla salute dell’uomo in generale e del gamer professionista in particolare.
È una truffa?
Nonostante i numerosi messaggi di apprezzamento della community verso la decisione degli Excel di tornare sui propri passi, in molti si sono scagliati ancora contro l’organizzazione, rea di non aver inserito nel messaggio anche una frase di scuse per aver accettato la collaborazione promozionale di un prodotto definito da molti come uno “scam”, una truffa. Diversi infatti parlano invece di un sostanziale effetto placebo, quindi solo percepito e palliativo ma non reale.
La stessa azienda, d’altronde, sul proprio sito afferma, come riportato da Esports News Uk, che il proprio prodotto “nonostante abbia ricevuto numerose testimonianze e recensioni positive di persone che sono rimaste contente e soddisfatte, non c’è alcuna garanzia che tale prodotto funzioni per chiunque”. La stessa sottolinea che non pubblicizzano in alcun modo la prevenzione, la cura, il trattamento o la diagnosi di malattie, come da molti ipotizzato.
Tanto rumore per nulla?
Ancora la Bioflow sul proprio sito recita che: “Anche se l’effetto del nostro bracciale è solo placebo, ci sono evidenze significative che dimostrano che la terapia magnetica porta dei benefici. Al contrario quando non funziona non causa comunque problemi alla salute”. L’azienda, in parole povere, sembrerebbe quindi affermare che il prodotto magari non funziona per tutti, ma se non funziona almeno non è dannoso. Il che sembra quasi il tentativo di chi mette le mani avanti, avvisando della possibilità che il bracciale possa non funzionare ma dall’altro rassicurando della sua non pericolosità.
Da qui la reazione della community che dagli Excel si aspetta la promozione di prodotti che funzionano realmente per tutti e non per una ristretta cerchia di persone. Un’organizzazione esports, e in particolare i giocatori, sono ormai dei modelli da seguire per tanti giovani e giovanissimi: la sponsorizzazione di un prodotto un minimo dubbio non può essere contemplata.