L’Europa di League of Legends si scopre fragile: perché?
L’ultima speranza dell’Europa di League of Legends, i Rogue campioni in carica dell’LEC, è svanita nella Bo5 dei quarti di finale dei mondiali contro i cinesi JDG con un secco e mai in discussione 0-3. Il team occidentale non ha semplicemente perso: ha dato l’impressione di non essere in grado di competere né a livello di singoli né di squadra con gli avversari, sempre in pieno controllo del match. Per i Rogue, dopo la prima settimana di mondiale chiusa con tre vittorie su tre, sembravano potersi aprire le porte di un torneo da protagonista: nonostante la vittoria contro i vietnamiti Gam nel primo incontro della Week 2 nel girone di ritorno, i Rogue hanno poi inanellato sei game persi consecutivi, due contro i DRX, uno contro i TES e i tre di ieri controi JDG. Ma era davvero una sfida impossibile contro i campioni dell’LPL cinese?
Nell’intervista realizzata nel post-partita con il midlaner Larssen e il toplaner Odoamne, in scadenza di contratto e in odore di addio, entrambi hanno ammesso di aver giocato bene ma non abbastanza quanto i loro avversari: “Penso che abbiamo fatto del nostro meglio, abbiamo giocato nel modo migliore possibile, semplicemente però non era sufficiente per il livello da loro mostrato”, ha commentato Odoamne. Non soddisfatto invece Larssen che ha spiegato che avrebbero potuto battere i JDG solo se avessero sfornato una prestazione decisamente superiore: “Penso che avremmo potuto sconfiggerli se avessimo giocato meglio, ho avuto la sensazione durante il match che ogni game fosse per noi vincibile ma oggi ci sono mancati i fondamentali.”
Su questo punto è giusto soffermarsi: ciò che è principalmente apparso in questo mondiale per le squadre europee è stata proprio la differenza di abilità individuali tra i giocatori occidentali e quelli europei, poi ovviamente trasformata in vantaggio nella gestione della mappa e del macro-game dalle squadre cinesi e coreane. Quasi come se i “nostri” giocatori non fossero all’altezza o non riuscissero a mostrare il proprio valore. Odoamne ha raccontato che gli errori individuali sono stati fondamentali per la sconfitta: “Ogni game è stato perso per errori sui fondamentali del gioco: nel primo abbiamo preparato male il fight al drago (che ha poi dato il via alla vittoria dei JDG ndr); nel secondo non abbiamo coperto la botlane come avremmo dovuto; nel terzo la colpa è stata soprattutto mia.” La percezione quindi è che le squadre europee abbiano avuto delle difficoltà nella lettura della mappa e delle situazioni all’interno del game.
Chi ha provato a dare una spiegazione è stato Rekkles, attualmente botlaner dei Karmine Corp ma, secondo diversi rumor, vicino all’addio. Non si è soffermato solo su Rogue contro JDG ma ha provato a fare un discorso più ampio su quali siano le differenze, e perché, tra le varie regioni. Rekkles durante il suo streaming si è soffermato in particolare su tre aspetti: le draft, le champion pool e le abilità individuali, tutte ovviamente a favore di Corea e Cina. “Ci sono tanti piccoli fattori che possono spiegare questa differenza: LCK e LPL sono in uno stato di forma pazzesco: sembra quasi che giochino ogni singolo campione del gioco così da poter sempre realizzare delle buone draft.” Facendo poi anche un paragone con il tennis e gli “unforced errors”, ovvero quegli errori che i tennisti commettono nonostante non siano sotto pressione dell’avversario e che magari arrivano quando si pensa di dover spingere di più per superare l’altro, anche solo a livello mentale. Secondo Rekkles i giocatori europei commettono più errori ingiustificati: “Di fatto quando i nemici non ti stanno con l’acqua alla gola, non ti stanno costringendo a compiere giocate pazzesche, se arriva un errore è totalmente colpa tua che non hai ben giudicato la situazione. Penso che noi europei commettiamo molti più unforced error di quelli orientali.” E se a questo aggiungiamo una draft leggermente migliore, un teamplay più sinergico, anche se queste differenze sono piccole, “sommate costituiscono il gap tra occidente e oriente.”