Lec, l’Europa perde spettatori: servono Koi e Karmine Corp?
Non è un mistero che l’estate sia clamorosamente la stagione in cui si resta meno in casa o si passi meno tempo davanti a media da intrattenimento. Una condizione aiutata anche dall’inizio della convivenza con il virus nell’era pandemica e un graduale ritorno alla normalità tra concerti, uscite con amici, viaggi internazionali (scioperi) e un clima decisamente non rigido. A subire questa tendenza è anche la stessa Lec, il campionato europeo di League of Legends che, secondo quanto riportato dal noto sito Esports Charts, ha avuto il peggior inizio in questo Summer Split 2022 degli ultimi due anni in termini di spettatori medi.
Storicamente l’Lec è al secondo posto per popolarità nella scena competitiva di League of Legends, escludendo i numeri cinesi dell’Lpl, raramente affidabili, ma in questo momento le statistiche raccontano un inizio decisamente difficile con il numero di spettatori più basso sia rispetto agli ultimi due Spring Split, ma qui non sarebbe una novità, sia rispetto allo scorso Summer Split. Tradizionalmente infatti il campionato estivo ha sempre meno spettatori di quello primaverile in media, ma quest’anno il crollo sembra eccessivo: se nello scorso Spring Split la prima settimana aveva raccolto una media di 350.000 spettatori, superando i 332.000 del 2021, la Week 1 dell’Lec in questo Summer 2022 ha avuto appena 190.000 spettatori medi. Confrontato con lo scorso Summer 2021, il confronto è impietoso: dodici mesi fa la Week 1 aveva registrato 266.000 spettatori, 76.000 in più in media.
Se passiamo alle due settimane successive la situazione migliora anche se non di molto: la Week 2 ha registrato 204.000 spettatori, contro i 209.000 del 2021, mentre la Week 3 è crollata nuovamente con appena 169.000 spettatori contro i 192.000 di un anno fa. Parlando in percentuali, le metriche ci dicono che il Summer Split ha subito un decremento del 28,7%, del 3% e del 12% rispettivamente nelle prima, seconda e terza settimana finora disputate, paragonate al Summer 2021, mentre sono scese del 45,7%, del 25,2% e del 36% rispetto allo Spring di alcuni mesi fa.
Numeri che dovrebbero far suonare un campanello d’allarme in casa Riot Games per cercare di capire il perché di questi numeri. È chiaro che i fattori esterni hanno un peso, saremmo degli ingenui a pensare diversamente, ma è necessario comprendere se internamente è possibile fare qualcosa. Ad esempio il 25 giugno il broadcast spagnolo di Lvpes dell’Lec ha perso metà del suo pubblico a causa della concomitanza dello streaming evento del content creator e ormai influencer Ibai “Ibai” Llanos, che superò i 3 milioni di spettatori sul suo canale. Ibai, però, è anche proprietario e fondatore dei Koi, squadra che sforna numeri pazzeschi sui social che compete attualmente nella Superliga spagnola e aspira ovviamente, così come i francesi Karmine Corp, a un posto in Lec. Sono queste due squadre che potrebbero realmente invertire la rotta perché portano con sé un pubblico propri di tifosi e un’intera community affezionata e più che affiatata.
Questa eventualità si scontra con la presenza in Lec di almeno due squadre che non portano alcun valore aggiunto alla presenza mediatica della lega. Mentre alcune hanno un blasone, come G2 Esports e Fnatic, altre se lo sono creato nel tempo, come i Mad Lions o i Rogue grazie ai risultati ottenuti, altre sfornano contenuti e continuano a crescere, vedi Excel e Misfits, le altre rimanenti faticano enormemente nel fornire il proprio contributo alla causa, fino ad arrivare a realtà come Astralis o Sk Gaming che non riescono a stare al passo. Eppure Riot Games non può in alcun modo obbligare queste squadre a vendere o lasciare il proprio slot, né a ritirarglielo. Se nessuna di queste è intenzionata a lasciare il più grande palcoscenico europeo di League of Legends, l’alternativa potrebbe essere l’ampliamento del numero di squadre a lungo auspicato ma che a oggi non trova alcuna manifestazione concreta. Dopo i rumor trapelati in inverno, infatti, nulla si è più saputo, facendo probabilmente slittare questa decisione al 2024. Se non, addirittura, più in là.