Perché il formato dei Worlds di League of Legends va cambiato
Il 2022 di League of Legends ha presentato, dopo dieci anni, una nuova Summoner’s Cup, in italiano Coppa degli Evocatori, il trofeo che la squadra vincitrice del mondiale alza al cielo e si porta a casa. Commissionata alla famosa casa gioiellistica Tiffany, ha un design più minimalista ma con tantissima attenzione ai dettagli: il segno che Riot Games punta al proprio videogioco, o come preferiscono chiamarlo loro, sport, per almeno altri dieci anni. Eppure ciò che sembra rimanere immobile fino a questo momento è il formato dei Worlds: mentre le varie leghe nel corso degli anni si sono evolute sotto questo profilo, anche se alcune polemiche sono nate nelle ultime settimane per l’LEC e per la possibilità che hanno avuto i Mad Lions di qualificarsi al mondiale senza vincere nemmeno una Bo5 nell’intera stagione, l’evento più importante della stagione competitiva di League of Legends non sembra avere intenzione di cambiare.
Proprio questo 2022 sembrava l’anno giusto e tanti segnali portavano in questa direzione, poi smentita nel momento in cui il format è stato annunciato: la fase preliminare di Play-In con 12 squadre (due in più rispetto allo scorso anno visto finalmente il ritorno del Vietnam e lo slot in più dato all’LEC per l’esclusione della LCL russa), da cui si qualificano quattro squadre che accedono alla fase a gironi del Main Event. Un formato che prosegue ininterrotto e quasi senza modifiche (almeno non sostanziali) dal 2017, quando fu introdotto il sistema dei Play-In con l’allargamento da 16 a 24 squadre. Nel corso di questi cinque anni, che diventeranno adesso sei con l’edizione in partenza il 29 settembre, il formato dei Worlds è rimasto immutato presentando più ombre che luci. Tra chi propone di introdurre un tabellone a doppia eliminazione, chi di allargare il numero di partecipanti, chi di eliminare il Play-In perché ritenuto inutile, sono tanti coloro che si sono spesi per provare a cambiare il formato, senza successo. Ma perché quello attuale non è un buon formato?
Partiamo dai Play-In, probabilmente l’aspetto meno limpido del formato. Il motivo risiede nelle squadre che partecipano a questa fase preliminare: se inizialmente era riservata alle squadre delle cosiddette Minor Region con la partecipazione esclusivamente delle vincitrici dei campionati di Turchia, Giappone, America Latina, Brasile e Oceania, nel corso del tempo è stata allargata alle seconde, terze o addirittura quarte linee delle altre regioni, diventando di fatto impossibile, o quasi, per le rappresentanti di queste regioni riuscire ad accedere alla fase principale. Vincere la propria competizione nazionale o regionale dovrebbe invece assicurare la presenza all’evento più importante dell’anno, a coronamento di quanto fatto durante la stagione. Dal 2017 solo tre volte una squadra di una Minor è riuscita ad accedere al Main event: il Fenerbahce nel 2017, gli Unicorns of Love nel 2020 e i Detonation Focus Me nel 2021. La stessa nomenclatura, Play-In e Main Event, non da certo la sensazione alle squadre minori di partecipare al “vero mondiale”, senza contare che in questo modo non hanno nemmeno la possibilità di confrontarsi con le migliori squadre a livello globale. Certo, probabilmente perderanno, ma avranno avuto un’opportunità più unica che rara.
Un altro aspetto che andrebbe modificato del formato è la fase a gironi del Main Event: le Bo1 sono delle partite sicuramente spettacolari e soggette a sorprese ma decisamente meno meritocratiche. Un singolo game non può essere indicativo delle forze in campo, soprattutto quando può determinare l’avanzamento o meno alla fase successiva. Se poi consideriamo che il raggruppamento dipende anche da una certa dose di fortuna data dal sorteggio casuale (posto che le squadre sono raggruppate in fasce), risulta che la dea bendata ha un ruolo comunque non indifferente che andrebbe limitato. Come provare a sistemare, o almeno limitare, allora queste incongruenze?
In modo non troppo difficile, e forse nemmeno originale, il Play-In potrebbe semplicemente essere abolito, facendo partire tutte le squadre qualificate dalla fase a gironi, come già succede in altri sport, come ad esempio il mondiale di calcio: che tu sia la rappresentante della regione asiatica, storicamente non tra le favorite, o dell’Europa, tra le regioni più vincenti di sempre, alla FIFA Football World Cup tutte iniziano dallo stesso punto. Forse 24 squadre possono rappresentare un problema? No, perché è sufficiente far passare le prime due di ognuno dei sei gironi da quattro e le quattro migliori terze. Altrimenti, ancora più semplicemente, si allarga il mondiale a 32 squadre: sarebbe sufficiente aggiungere i secondi seed delle Minor Region, dando ancora più importanza a queste regioni che avrebbero così la possibilità di crescere.
Ipotizzando di aver risolto il Play-In, rimangono da sistemare le Bo1: perché non adottare il modello di Valorant, o degli altri fps, che è decisamente più meritocratico? I gironi potrebbe infatti essere dei GSL, il formato diventato famoso con Starcraft, che è di fatto un tabellone a doppia eliminazione tra quattro squadre, da disputare in Bo3 (a costo di agevolare LPL e LCK che sono più abituate a questo tipo di serie). In questo modo ci si assicurerebbe di far accedere alla fase playoff successiva le due squadre migliori, sia perché hanno vinto più serie sia perché non si tratta di semplici partite secche che possono anche prendere direzioni inattese e fortuite. E per i playoff? Non sarebbe meglio adottare anche qui la doppia eliminazione? Per alcuni sì, per altri no: personalmente credo che in questo caso non sarebbe corretto, in quanto la miglior squadra al mondo ideologicamente non dovrebbe avere seconde possibilità, non dovrebbe perdere nemmeno un incontro nella via verso il trionfo. Magari, però, sarebbe utile iniziare dagli ottavi anziché dai quarti: problema che ha come soluzione aumentare il numero di squadre.