Women in Games, Emma Rose: "Il gaming mi ha salvato la vita"
Per la nostra rubrica Women in Games abbiamo avuto il piacere di intervistare Emma Rose, una donna transgender scelta per rappresentare le donne in Irlanda del Nord ai primi Campionati di Esport del Commonwealth a Birmingham (Inghilterra). Emma ha ripagato alla grande la scelta fatta dalla sua federazione vincendo la medaglia d'oro in eFootball.
- Come è nata la tua passione per il mondo dei giochi? E per eFootball?
"Gioco da quando ero abbastanza grande da tenere in mano un controller! A partire da come Alex the Kid! Di lì ai giochi per PC dove ho scoperto la passione al gioco competitivo 5v5! Continuando in CoD2, Counterstrike e ora Valorant! Adoro l'aspetto competitivo di un gioco! Il gioco è stata la mia fuga dalla realtà, mi ha letteralmente salvato la vita. Ho sofferto molto di depressione mentre crescevo. Sono vittima di bullismo e ho costruito le amicizie più care online proprio nel mondo di gioco. Al di fuori del gioco, sono un grande appassionato di calcio. Ho sempre giocato a FIFA, quando mi è stato chiesto se sarei stato disposto a giocare a eFootball l'ho visto come la possibilità di unire le mie due passioni. Ho imparato eFootball velocemente grazie al mio fantastico allenatore Richie Hughes e al compagno di squadra Nick Hatton! Mi piace davvero molto il gioco e non vedo l'ora di giocare il mio prossimo torneo!".
- Tre aggettivi per descriverti
"Rumorosa, frizzante, estroversa"
- Come ci si sente ad aver vinto la medaglia d'oro ai Giochi del Commonwealth?
"È incredibile, non ci sono parole per descriverlo! Non capita tutti i giorni di venir scelti per rappresentare il proprio paese! Spero di aver qualche opportunità di entrare a tempo pieno nel settore degli esports!".
- Com'è la scena degli esport in Irlanda del Nord?
"È solo agli inizi. Un gigante addormentato! L'Irlanda del Nord è piuttosto piccola e poco progressista, è difficile cercar di convincere qualcuno a prestare particolare attenzione. La scena esport è molto difficile! Ha solo bisogno della giusta spinta per decollare".
- E la scena internazionale degli Esport? E' pronta per l'uguaglianza di genere?
"Ho conosciuto così tanti amici sulla scena internazionale, Australia, Gibilterra, India, Sri Lanka solo per dirne alcuni. Gli esports a livello internazionale sono un'industria multimiliardaria, tanto quanto uno sport tradizionale e perciò è accessibile a tutti! Parità di genere, sono qui! Il mio obiettivo è di emergere il più possibile per far crescere la consapevolezza delle donne negli esports così da accorciare il divario di genere. Se diventerò campione per l'inclusione e la diversità, allora potrò considerare il mio lavoro ben fatto".
- Essere transgender nei giochi competitivi, criticità da evidenziare?
"Onestamente non tutti nel nostro settore si accettano molto, quindi non siamo noi ad aver problemi. Il problema sono tutti quelli dall'esterno inviano spam con commenti pieni di odio. Online il bullismo è disgustoso, donne transgender e donne sono entrambe sempre donne. Considerati spazzatura semplice perché non siamo uomini. È vergognoso! Tutti quelli che ho incontrato lungo il mio percorso mi accettano per quel che sono e vogliono solo che abbiamo successo!".
- Hai qualche consiglio per un giovane che nonostante tutto vuole avvicinarsi al mondo degli Esports?
"Vivi il tuo sogno! Sii te stesso! Trova un gioco che ami, di cui sei appassionato, trova una squadra per crescere e partecipa a qualsiasi torneo che incontri. Alla fine ti farai notare. Non mollare mai, gli esport possono solo andare di bene in meglio".
- Sogno nel cassetto?
"L'ESI London e il Gamerfest per aumentare la consapevolezza dell'inclusione e diversità e per questo ho l'insonnia! Voglio ispirare la prossima generazione di ragazze giocatori, giocatori LGBT o chiunque sia davvero appassionato di giochi per emergere ed esserne parte! E ovviamente se potessi partecipare a qualche altro torneo per accumulare qualche premio in denaro e aiutarmi a pagare la mia gender transition, allora sì, sarò molto felice!".